Il selvaggio.

Firenze-Siena-Torino-Roma, 1927-1942. Consistenza dettagliata: A. IV (1927), nn. 1-5-7, 9-19, 21, 24 (piccoli strappi marginali al n. 5; strappo ultima pagina del n. 24); A. V (1928), nn. 1, 3-8, 10-23 (macchia marginale in copertina al n. 3; fioriture al n. 15); A. VI (1929), nn. 10-11, 19 (malandato, con profondi strappi e piccole mancanze), 24; A. VII (1930), nn. 1-4; A. VIII (1931), nn. 1, 8, 13, 16-19, 21 (quasi tutte con copertine illustrate a colori; n. 16 malandato, con strappi e mancanze); A. IX (1932), nn. 1, 3, 6, 9-12 (piccoli strappi marginali ai nn. 9 e 10, ma buoni); A. X (1933), nn. 1, 3, 8; A. XI (1934), nn. 2, 8; A. XII (1935); nn. 2 (con piccoli strappi e mancanze marginali), 8; A. XVII (1940), n. 2; A. XVIII (1941), nn. 1-2. La rivista fu fondata nel 1924 e cessò nel 1943. La redazione si spostò tra varie città d'Italia, dopo l'esordio del biennio 1924-1925 a Colle Val d'Elsa, dove il “Selvaggio” nacque come organo del fascio locale. Una pubblicazione in fondo molto provinciale, all'inizio, che divenne però, ancor più agli occhi odierni, forse il più interessante periodico del periodo fascista, brillante, irregolare e scontroso con tutti, oltre che, dal 1927, il principale promotore di “Strapaese” (conio malapartiano). Splendide, soprattutto, le caricature, i disegni, le illustrazioni, spesso mal inchiostrate; interessanti anche la tipografia e l'impaginazione, per immediatezza e nonchalance. Tra i collaboratori, ricordiamo almeno Papini, Palazzeschi, De Pisis, Morandi, Soffici, Malaparte, Morante, Flaiano, Guttuso, Rosai, Bilenchi... Un lotto di sessantasei (66) fascicoli totali, tutti con piega centrale ma, al di là di quelli indicati, in condizioni buone o molto buone. Gulli Pecenko-Nasi Zitelli, 856.